Giunto al quinto giorno di lavori, venerdì 28 agosto, il Seminario dell’Alleanza per la Sovranità Alimentare è alle battute finali. In oltre venti momenti di incontro in modalità webinar e con oltre cento persone intervenute sulle più diverse tematiche riguardanti il mondo agricolo – ma anche su quello del lavoro, e della fruizione del cibo – sono stati toccati un’infinità di aspetti, da tutte le sfaccettature possibili. E questo, grazie proprio al contributo dei partecipanti e alle diverse competenze e sensibilità di chi ha preso la parola.
Agricoltori, allevatori, braccianti, tecnici, cuochi, giornalisti – e ci scusino gli appartenenti alle categorie non citate – si sono confrontati agilmente in una modalità, quella della riunione video in diretta, che ha trovato il suo completamento nell’attività post-webinar, grazie alla quale i contenuti di queste pagine (testi e foto, ma soprattutto i documenti video integrali registrati) saranno fruibili anche in futuro.
Grazie a una tecnologia nuova per questo settore, che lascia intravedere grandi potenzialità collettive e individuali – abbiamo sperimentato una modalità complessa – in quanto tecnologica – senza la quale verosimilmente non potremo “sopravvivere” alla crisi che attanaglia il settore. Una modalità che ha permesso di far emergere tanto i pregi quanto i difetti del singolo e della comunità stessa – a telecamere accese, senza filtri – così come il confronto fluiva, attraverso dinamiche nuove per noi, non propriamente in linea con quelle a cui questi agricoltori sono – o meglio erano – abituati.
Attraverso questa esperienza, non occasionale ma protratta e ripetuta nel tempo, abbiamo tutti capito, se ce ne fosse stato bisogno, che la comunicazione è e dovrà continuare ad essere il nostro collante, attraverso il quale sarà possibile sperimentare nuovi linguaggi e nuove strade e acquisire opportunità e posizioni necessarie per incrociare e incentivare dei nuovi percorsi e una nuova soggettività.
Ce lo hanno ad esempio dimostrato giovedì scorso 27 agosto Miriam Corongiu, Giuseppe Russo (agricoltori “etici” in Campania e Sicilia) e Giorgio Pace (verduraio altrettanto “etico” della Capitale) che hanno espresso il comune sentire di molti Giovani Agricoltori, introducendo nel confronto complessivo una fresca lucidità, idee affilate e contagiose e la determinazione di gettare il cuore oltre l’ostacolo. In altre parole, la prospettiva del cambiamento che il mondo agricolo più sano e vitale, che si riconosce nei valori della Sovranità Alimentare, meriterebbe di conquistare.
Il ruolo di Radio IàFuë
Tutti i partecipanti all’incontro odierno, dedicato alla Comunicazione e al ruolo di Radio IàFuë PerLaTerra (la nostra web-radio, nata nell’aprile scorso, ndr) hanno ben argomentato il ruolo determinate che la radio ha avuto nei suoi primi mesi di vita, avviando uno stimolante confronto sulle potenzialità che proprio questo strumento potrà avere in futuro (le trasmissioni riprenderanno martedì 1° settembre, ndr) nel marcare un fare nuovo che la parte più sana del mondo agricolo italiano, i lavoratori della terra e i cittadini consapevoli aspettavano da tempo.
Grazie a questo straordinario “megafono”, che rappresenta la prima radio italiana in assoluto a trattare di agricoltura, molti mondi diversi sono riusciti a venire in contatto, pur parlando linguaggi diversi – chi produce, chi lavora la terra e chi fruisce del cibo – avviando un confronto costruttivo e dimostrando di intendersi e di stimolarsi ben oltre ogni più ottimistica previsione.
Già dalle prime settimane di vita, Radio IàFuë ha visto arricchirsi i contenuti del proprio palinsesto, attraverso il coinvolgimento di donne e uomini che si sono espressi e confrontati su diverse e importanti tematiche, all’interno delle rubriche (“Agri È”, “Liberi Pastori”, “Sicer”, “Soccorso Contadino”,“Tutte giù per terra”, e altre ancora) ma anche nelle interviste e negli speciali.
La pratica quotidiana, un’accresciuta familiarità con il mezzo, la soddisfazione nel veder crescere sorprendenti dinamiche “social” hanno permesso a contadine e contadini di “posare la zappa” di tanto in tanto e di impugnare il microfono, diventando quello che meritando di essere: testimoni e protagonisti della parte migliore di questa società, proiettati in un fare comune nella dimensione della democrazia partecipata, in cui il cibo sano si coniuga con il rispetto per l’ecosistema, i diritti dei lavoratori, una distribuzione non speculativa né inquinante e una corretta fruizione delle derrate alimentari.
“La radio”, è stato detto nel corso dell’incontro, “offrirà non solo momenti di confronto, divulgazione, stimolo e riflessione, ma sarà anche uno strumento di formazione delle professionalità e delle competenze e opererà per l’affermazione dei valori della Sovranità Alimentare”. Valori che in diversi Paesi europei hanno già trovato spazio e terreno fertile per propagarsi tra la gente, nelle consuetudini quotidiane, nella coscienza di cittadinanze sempre più ampie, informate e consapevoli.
Attraverso il buon fare collettivo e la partecipazione diffusa che si andranno ad affinare nel tempo per efficacia e naturalezza (ritrosie, timidezze e qualche comprensibile disagio iniziali di alcuni saranno presto superati, ndr) non è escluso che Radio IàFuë potrà acquisire un ruolo sempre più rilevante nel mondo agricolo italiano, riportando i diritti – primo tra tutti quello di incidere sulle politiche agricole – e il peso decisionale nelle mani di chi deve averli.
Il dado è tratto, quindi: un’agile redazione di appassionati e indomiti professionisti e militanti sarà al fianco dei “corrispondenti” agricoli dai territori e dei gruppi di lavoro già attivi sulle diverse e più rilevanti tematiche. Da oggi, dopo questo Seminario, non è forse poi così lontano il giorno in cui dei contadini, armati di microfono, idee e voglia di fare, riusciranno a chiedere ed ottenere dall’amministrazione pubblica, locale e centrale, la soddisfazione delle loro istanze.
Nella seconda parte della giornata parleremo di nuovi strumenti come la rete che usano modalità specifiche per creare engagement e veicolare contenuti; i contenitori i social, sono quelli che per noi rappresenteranno la sfida più grande.
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