L’Associazione per la Sovranità Alimentare

La Sovranità Alimentare – termine coniato da membri di Via Campesina nel 1996 – esprime un concetto articolato e dinamico, che ha subito nel tempo alcune modifiche ed è in continuo e democratico divenire.

La Sovranità Alimentare è il diritto di tutti i popoli di determinare, declinandole nelle forme di governo di cui ognuno si dota, il proprio modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo. È un diritto universale dal valore profondamente democratico e inclusivo; per questo è In totale antitesi – oseremmo dire “il contrario“ – del Sovranismo, che si fonda sulla paura e l’autarchia.

La Sovranità Alimentare è quindi un sistema di principi generali di mediazione tra movimenti, tra diverse realtà sociali e Paesi.

All’interno di questo quadro concettuale le domande che ci siamo fatte sono essenzialmente queste:

  • Come la facciamo nostra, come la rendiamo nostra? Come la utilizziamo?
  • Come la promuoviamo nella società?

È a partire da queste esigenze che nasce ASA, l’Associazione per la Sovranità Alimentare, una realtà in grado di assumersi un compito strategico che si propone di mettere a punto una serie di strumenti di supporto ai singoli aderenti all’Alleanza e alle sue attività e, in particolare quelli relativi alla:

  • Progettazione
  • Ricerca
  • Promozione
  • Formazione

Dunque, l’ASA, associazione con sede a Matera, ha cinque ambiti d’interesse, verso i quali rivolgerà la sua attenzione e attività:

  • Ricerca, attraverso il Centro di Documentazione
  • Formazione, attraverso la Scuola Contadina
  • Divulgazione, attraverso la casa editrice EdiTerra
  • Formazione e Promozione (eventi, format da portare nelle scuole, etc.)
  • Comunicazione
  • Ricerca
La registrazione integrale dell’assemblea avvenuta giovedì 27 agosto

1. Formazione

La nostra premessa, fondamentale per motivare la formazione è la seguente: l’uomo è cambiamento, vive nel cambiamento e vive di cambiamento. Il cambiamento quindi è la condizione di possibilità dell’educazione perché senza cambiamento non ci sarebbe vita, esperienza, educazione.

Il processo educativo ha quindi una successione di cambiamenti uniti e ordinati da un nesso, che ha un inizio e una fine. È quindi un processo collocato nella dimensione storica ed è un processo impegnato nel compimento di un’identità da definire, da iniziare, ed è in processo di trasformazione.

Quindi il processo educativo è intenzionale (cioè rivolto a un fine preciso), generativo-pedagogico (promuove il compimento di una identità) ed è etico (prevede l’ancorarsi di un dovere, quello educativo, che implica giudizio e responsabilità). La formazione quindi e l’educazione sono, in sintesi: proposta, promozione, processo personale, processo relazionale, processo culturale e processo situazionale. Pertanto ne abbiamo più che mai bisogno.

La nostra proposta formativa sarà sia interna che esterna.

Interna perché rivolta alla nostra gente, ed Esterna in quanto rivolta a realizzare un’informazione capillare, coinvolgendo tutta la società a diverso titolo: consumatori, scuole, istituzioni, cittadini, etc.

Quindi si avrà bisogno anche di auto-formazione, per capire come tutto quello che il nostro movimento ha fatto in vent’anni di esperienza viene raccontato e reso fruibile all’esterno.

La formazione verrà realizzata attraverso quella che chiameremo Scuola Contadina e somministrando, di volta in volta, quello che abbiamo ipotizzato possano essere i Quaderni di Altragricoltura (nome al quale non siamo particolarmente affezionati) in un divenire che attualmente è work in progress.

La Formazione avrà bisogno di un gruppo di lavoro e di un documento che dovrà fissare gli obiettivi da realizzare durante il percorso da attuare. Alcune iniziative collegate alla Formazione potrebbero essere (ipotesi):

  • la costituzione della “Scuola Contadina per la Sovranità Alimentare”;
  • la costituzione di un’aula formativa, abilitata (in un primo tempo sarà necessario formulare accordi per gestire le attività d’aula);
  • una piattaforma e-leaning.

2. Centro di Documentazione

Il Centro di Documentazione ha il compito di assumere il tema della Sovranità Alimentare come ambito di documentazione e ricerca, pertanto elabora proposte su base scientifica e documentata.

A tal proposito provvederà a definire cosa intendiamo per Sovranità Alimentare, svilupparne il campo d’iniziativa e documentare tutto quello che ad essa è riferibile con la redazione di un proprio documento.

L’azione quindi, si muoverà in due direzioni:

  1. una proposta generale verso un modello planetario;
  2. approfondire, documentare, sviluppare tutto il tema di come si articola oggi la Sovranità Alimentare.

Lo strumento per realizzare nei territori la Sovranità Alimentare è la Riforma Agraria o meglio, la Riforma delle Comunità Rurali.

Il Centro di Documentazione è il luogo della ricerca e per funzionare avrà bisogno di:

  • un Comitato Scientifico che orienti la ricerca e la documentazione, pertanto il nostro appello è a quanti vorranno coinvolgersi e unirsi all’iniziativa;
  • un lavoro di Documentazione, Ricerca e Archiviazione, dotandosi di un Piano di Lavoro che produca inchiesta (per esempio: i quaderni dell’inchiesta contadina). Un elemento, quest’ultima, di primaria importanza, perché produce crescita e consapevolezza per tutto il movimento. Per questo motivo l’inchiesta dovrà essere uno strumento di lavoro permanente;
  • degli Strumenti Dinamici.

3. Comunicazione

Anche la comunicazione dovrà dotarsi di un gruppo di lavoro. Parte già con un gruppo storico a cui già se ne sono aggiunti altri e speriamo se ne aggiungano di ulteriori, per dare voce soprattutto ai territori.

Avrà l’obiettivo di veicolare – all’interno e all’esterno – chi siamo, le nostre iniziative e i nostri punti di vista, promuovendo uno spazio di comunicazione aperto a tutti coloro che si riconoscono nei principi della Sovranità Alimentare.

La comunicazione è lo strumento che permetterà di consolidare il punto di vista autonomo della nostra esperienza di movimento, ed è un elemento che richiede un lavoro costante e puntuale.

Per quanto riguarda gli strumenti della comunicazione bisognerà:

  • Riorganizzare il nostro portale web;
  • Strutturare un magazine cartaceo (ad esempio: ”I Quaderni di Altragricoltura“);
  • Promuovere la realizzazione una nostra casa editrice;
  • Potenziare una nostra radio e una nostra tv con un format definito.

5. Ricerca

La Ricerca sarà affidata a un Comitato Scientifico; alcuni dei suoi esponenti potranno confluire operativamente nel Centro di Documentazione.

Saranno contattate Università, Fondazioni, Ricercatori che si riconoscano nei cardini della Sovranità Alimentare e la recepiscano come base di lavoro.

La ricerca, con la sua attività, ci aiuterà a mettere meglio a fuoco l’agire complessivo della Sovranità Alimentare.

Sarà possibile inoltre costituire dei protocolli che ci aiutino a raccordare il mondo universitario con quello delle aziende e quello dei consumatori (vedi il caso della produzione della canapa che, essendo una piantagione fito-depurativa potrà essere una possibile coltura di riconversione per quelle aziende che si trovino in territori da bonificare, oppure si consideri il caso della carta del grano dove le università e i ricercatori sono intervenuti per definire metodologie e proposte per la costituzione delle filiere, etc.).

Ecco, tutto ciò che avete sin qui letto è un progetto ambizioso, posto che l’Associazione è trasversale e di supporto a tutto il nostro mondo (Movimento, Sindacato, Reti di pratiche, etc.), ma che ha bisogno di gambe proprie, e quindi ci rivolgiamo alla galassia di soggetti che come noi stanno conducendo un lavoro simile affinché insieme si impari a camminare. E ad Agire.

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