Tra i contributi più significativi che la nostra emittente Radio IàFuë PerLaTerra ha espresso nei primi mesi di vita, quello del 30 giugno scorso, intitolato “Con le donne contadine, rifiorisca la speranza!” (ne trovate uno stralcio nella videoguida più in basso, ndr), ha messo in luce la necessità di dotarsi di strumenti adeguati alle istanze del mondo agricolo, dei braccianti, dei cittadini tutti.
Dal confronto espresso in quella trasmissione, che ritrovate nella versione integrale nel nostro articolo intitolato “Radio IÀFUË l’Aia multimediale“, è emersa chiara la necessità che il movimento si doti di una piattaforma digitale efficace ed efficiente. Se da un lato l’esigenza è chiara, come crediamo lo sia, dall’altro le parole che l’hanno espressa non sono state in grado di evocare come essa debba essere fatta, che caratteristiche debba avere, quali problematiche sarà chiamata a risolvere.
Com’è accaduto per molti temi nel corso del nostro Seminario gli animatori hanno proposto degli stimoli affinché i partecipanti potessero esprimere le loro opinioni, con l’obiettivo di arrivare a definire un percorso, delle volte esaustivo, delle volte destinato ad evolvere in un futuro prossimo.
La discussione sulle piattaforme digitali ha seguito questo schema con l’eccezione che la partenza del dibattito sulla loro forma ha coinciso con la progettazione e la partenza del seminario stesso. L’obiettivo dell’intervento svoltosi venerdì 28 agosto sulla nostra piattaforma in diretta video è quello è di mostrare come tutti i partecipanti abbiano già usato una piattaforma e che l’Alleanza per la Sovranità Alimentare si è già attrezzata per questo.
Siamo dunque già a posto? Assolutamente no, perché da un lato abbiamo imparato molto parzialmente a utilizzare la piattaforma in gioco e dall’altro la piattaforma utilizzata è una parte molto piccola di un ecosistema digitale che dovremo imparare a utilizzare. Quando poi avremo finito di capire quali risposte possono fornire le piattaforme esistenti, avremo conseguito l’esperienza necessaria per creare quelle a misura delle nostre necessità.
In calce all’articolo, la videoregistrazione integrale del workshop
Nel video qui sopra vi mostriamo come più persone impegnate in ruoli diversi e Con strumenti diversi possono avvicendarsi per compiere una efficace azione sociale:
00:13 La Radio – Conduttore – Intervistati – Contenuti – Canali
02:44 Webinar – Assemblea – Partecipanti – Condivisioni contenuti
04:07 Social media (Facebook) – Immagini nei contenuti – Testo del video
Il primo punto – dirimente – è che le piattaforme sono strumenti che in quanto tali possono essere specifici o generali, a seconda che siano fatti per risolvere una sola determinata problematica ovvero che possano essere utilizzati in molti contesti. È altresì indubbio che se non conosco la problematica che devo risolvere, non saprò né scartare gli strumenti specifici inefficaci o inadeguati, né scegliere, tra quelli generali, quali si adatteranno meglio al mio scopo.
Farsi guidare dalle peculiarietà del problema da risolvere è dunque il giusto modo per affrontare il tema delle piattaforme. Il secondo elemento è relativo alla necessità di imparare bene a utilizzare lo strumento scelto, perché solo attraverso l’analisi del medesimo potrò decidere se davvero utilizzarlo o se sceglierne un altro. Imparare facendo, senza preoccuparsi si sbagliare è quindi il secondo elemento.
Avendo in testa questo approccio metodologico al digitale ci siamo domandati quale problematica dovevamo risolvere per la nostra conferenza online. Se la prima risposta, grazie al Covid-19, era semplice – mettere delle persone in una stanza virtuale – le implicazioni a questa non lo erano altrettanto, visto che un convegno prevede sÌ l’incontro delle persone ma anche la produzione di report finali, le comunicazioni all’esterno, la trasparenza nei confronti di quelli che non possono venire etc.
Un altro elemento rilevante riguarda l’essere a conoscenza del numero massimo dei partecipanti. Tutti questi requisiti ci hanno imposto di scegliere una piattaforma che supportasse bene almeno cinquanta persone e che permettesse di registrare le riunioni con una qualità accettabile affinché esse potessero diventare dei video fruibili in modo godibile, sia per la qualità delle immagini che dell’audio.
Inoltre, la piattaforma doveva garantire una registrazione di almeno due ore, per evitare che le singole riprese fossero frammentate, obbligandoci poi ad un lavoro di ricucitura (post-produzione) che sinceramente volevamo evitare di fare. Spostare “sul” e ”dal” web ed elaborare video molto grandi è estremamente costoso in termini sia tempo che di risorse, sia di rete che di potenza di elaborazione.
L’offerta di strumenti di questo genere si è rivelata tutt’altro che carente “grazie” alla pandemia da Covid-19. Fatta la nostra scelta, abbiamo disegnato sulle caratteristiche della piattaforma un comportamento, una pratica, un’abitudine trasformando così uno strumento standard in uno strumento che andasse bene al nostro scopo.
Ecco, in questa immagine, lo schema che abbiamo deciso fosse adatto a risolvere tutte le problematiche che dovevano essere risoltE. Ci siamo dotati di altri tre strumenti per operare – un sistema di messaggistica, un sito web (questo) e un canale per contenere i video – e abbiamo iniziato a lavorare in modo congiunto, con sequenze preordinate, per raggiungere gli scopi previsti.
Vi sembrerà forse strano, ma avete partecipato anche voi – che ci state leggendo – e se non l’avete fatto vuol dire che tutti insieme non abbiamo collaborato in modo efficace. Se tutto è andato come doveva andare, dovreste essere stati messi nella condizione di capire che cosa stava succedendo durante il seminario. Di tutti gli interventi avreste dovuto poter reperire – in questo sito – la registrazione integrale dell’evento. Dovreste avere forse in futuro (i tempi di produzione non saranno brevi) anche una sintesi verbale di quanto detto, a completare la documentazione video e – un domani, a partire dai materiali raccolti – ottenere nuove sintesi visive o cartacee che permetteranno la fruizione nel tempo di quanto è avvenuto.
Se ce l’abbiamo fatta, bene. Altrimenti – e sarete voi che dovrete dircelo – dovremo mutare la pratica che ci siamo dati, oppure cambiare lo strumento digitale perché non congruente con lo scopo del nostro agire.
Quello che però non dovrebbe sfuggirvi è che la piattaforma utilizzata per il seminario ha moltissimi punti di contatto con il digitale alla base della nostra emittente – Radio IÀFUË PerLa Terra – sia per l’utilizzo dei video sia per per l’uso dei siti web che devono contenere i video medesimi.
L’ecosistema digitale è cresciuto dunque, utilizzando strumenti uguali con fini diversi e facendo giocare ruoli diversi alle stesse persone in contesti diversi (lo si capisce chiaramente visionando il video in alto in questa pagina, ndr). Molti di noi hanno fatto sia gli operatori che i semplici partecipanti alle riunioni e anche se molti di voi hanno oggi semplicemente assistito, magari in passato – con i figli lontani – sono stati un po’ “operatori”, con strumenti analoghi a quelli utilizzati da noi in questi giorni. Avendone imparato l’uso, magari registreranno (se non l’hanno già fatto a loro) la conversazione che risentiranno quando i bambini saranno ormai grandi.
Con questo testo, speriamo di avere espresso compiutamente cosa si intende quando si parla di piattaforma digitale. Sembra tutto molto aleatorio, ma non lo è se si hanno le motivazioni per dire qualcosa, e – soprattutto – le persone con le quali fare quello che si è pensato. Il resto è solo tecnologia, tanta o poca, e quello non è certo un problema, bensì capacità di organizzarsi. Una cosa quindi è certa: tutto parte dal sapere che cosa si vuole fare e dal farlo insieme a qualcun altro.
Detto questo, non è difficile pensare come ciò che è stato fatto da noi sinora, in quest’esperienza, possa interagire con gli scopi che si è prefissa l’Associazione per la Sovranità Alimentare. Un Centro di Documentazione, gli Eventi e la Divulgazione strutturata come scuola, o informale come canale informativo, non sono altro che differenti strutturazioni di pratiche simili a quelle qui descritte. I protagonisti, che possono fruire in tutti i sensi quanto reso disponibile, sono le varie donne e i vari uomini che si sono organizzati in Reti, che si sono avvicendati davanti alle telecamere in questo seminario o alla radio, e così via.
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