Per l’agroalimentare è l’ora dei diritti. La Petizione

Questo il testo della petizione nazionale rivolta al Presidente della Repubblica Italiana, ai capigruppo di Camera e Senato, ai presidenti ed ai componenti delle Commissioni agricoltura di Camera e Senato, ai parlamentari tutti ed al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte adottato dalla Assemblea Costituente dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare tenuta il 10 dicembre 2020 nell’evento pubblico organizzato dalla web/radio.tv “Iafue PerlaTerra” e proposto da un gruppo di primi firmatari che la hanno sottoscritta entro il 17 dicembre 2020 alle ore 18.(chi volesse farlo può farlo da questa pagina)
La petizione è sottoscrivibile online su Chage.org a partire dal 17 dicembre 2020 dalle ore 20 e presso le sedi e i punti di raccolta organizzati dalle diverse realtà che compongono l’Assemblea dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare fino al 17 aprile 2021, giornata mondiale di mobilitazione proposta dal movimento contadino internazionale.
L’evento può essere seguito in diretta via streaming su Facebook


L’Italia attui a pieno i princìpi adottati dalla Nazioni Unite con la
“Dichiarazione dei Diritti dei Contadini e delle altre persone che vivono nelle aree rurali “

Il Presidente della Repubblica richiami le Istituzioni all’urgenza strategica per il Paese di porre i diritti degli agricoltori, dei pescatori, dei braccianti, delle comunità rurali e delle persone che vivono al centro della difesa dell’agroalimentare e del territorio italiano

Il Parlamento adotti un atto di indirizzo al Governo perché l’Italia, in forza del suo grande patrimonio agroalimentare, ponga i princìpi compresi nella Carta al centro del dibattito Europeo sulla Riforma della PAC e per il Green Deal

Pregiati
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica
Presidenti Comm. Agricoltura Camera e senato
Capigruppo alla Camera e al Senato
Parlamentari tutti
Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte
Ministro, Teresa Bellanova

Il 17 dicembre 2018, a New York, la settantatreesima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e di altre persone che lavorano nelle aree rurali.

E’ stato un atto storico, un vero passaggio di civiltà, proposto dal Movimento Contadino e dei Pescatori Artigianali internazionali e da tanta parte della società civile mondiale che il Forum delle Nazioni Unite ha adottato con 121 voti a favore, 8 contrari e 54 astenuti rendendolo uno strumento legale internazionale vincolante per tutti i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite.

La maggioranza dei Paesi Europei, e fra essi l’Italia, al tempo si è astenuta, con la generale motivazione ufficiale che “sarebbe stato inutile aggiungere nominalmente diritti già riconosciuti da altre dichiarazioni” e che occorreva semmai applicare quelli già esistenti come nel caso della dichiarazione dei diritti umani del 1948.

Ha prevalso in Europa l‘idea di considerare come “adeguato” il quadro degli indirizzi cui si sono determinate le scelte sull’agroalimentare e il territorio compiute fin qui e si è preferito non tenere conto della grande novità degli ultimi decenni imposte dalla globalizzazione dei mercati, del venire avanti delle multinazionali, della perdita del potere da parte dei popoli di determinare le scelte fondamentali che li riguardano di fronte ai nuovi assetti sociali mondiali, dell’indebolimento di tanti diritti personali e collettivi nominalmente riconosciuti me nei fatti non garantiti.

Oggi, a solo due anni di distanza da quel voto, l’Europa e l’Italia sono in ginocchio di fronte ad una pandemia che sta sempre più mettendo in evidenza i limiti e i problemi che derivano direttamente da quegli indirizzi.

Mentre scopriamo di essere una società fragile di fronte al virus, riscopriamo anche il valore del cibo, del territorio, delle comunità, della cura necessaria a garantire il legame fra la democrazia, la tutela dell’ambiente, il lavoro, i diritti sociali, i beni comuni, evidentemente non abbastanza assunti e garantiti fin qui. Da più parti viene invocata la Sovranità Alimentare come proposta e soluzione per aprire una prospettiva mondiale nuova che ci offra strumenti efficaci di fronte alla crisi.

La dichiarazione adottata dall’ONU sui Diritti dei Contadini e delle persone che vivono nelle aree rurali, si fonda sulla proposta della Sovranità Alimentare e ci propone un quadro che sostiene oggi principi universali per tutti e per tutte: il diritto alla terra, all’acqua, ai semi, alle risorse finanziarie, al reddito, al lavoro, ai beni comuni, ad un territorio tutelato, ad un cibo sano e garantito socialmente e culturalmente.

Riaffermare questi princìpi, oggi, non è la stanca riproposizione di “vecchi e anacronistici” contenuti del passato, quanto, piuttosto, l’esercizio di una modernissima necessità: quella di dare risposte ad una crisi che ci consegna in Europa le famiglie rurali con redditi del 40% più bassi di quelli di altri settori, che vede in Italia chiudere aziende produttive che non reggono l’erosione dei prezzi al campo, perdere lavoro, desertificare il territorio delle attività di cura, comprimere i diritti dei braccianti autoctoni e migranti, consolidarsi di fenomeni come il caporalato nonostante le azioni repressive messe in campo, esplodere problemi ambientali legati agli effetti dei cambiamenti climatici e dall’incuria del territorio.

L’Italia è un grande Paese dalla tradizione antichissima di lavoro della terra e nel mare e una cultura del cibo garantita nel tempo dal lavoro di generazioni di uomini e donne e da comunità che ci consegnano la responsabilità di mantenere nel tempo la nostra straordinaria storia facendone il cardine su cui rilanciarne le opportunità per disegnare un Paese Ricco economicamente, socialmente e culturalmente.

Noi non ci rassegniamo a convertire questa storia per essere solo una grande piattaforma commerciale speculativa e guardiamo al futuro pensando a campagne vive con uomini e donne al lavoro gratificate e garantite nelle condizioni di vita ed a comunità di cittadini integrate nel rapporto con le aree rurali in maniera consapevole e attiva.

Per questo crediamo che il nostro grande patrimonio del cibo debba fondarsi sull’agroalimentare dei diritti ripartendo da quelli degli agricoltori al reddito, dei lavoratori al salario ed alle garanzie sociali, dei cittadini al cibo e delle comunità rurali, urbane e costiere alla tutela ambientale, culturale ed alla salute

La Carta dei Diritti dei Contadini e delle altre persone che vivono nelle aree rurali è un buon punto di partenza per guardare al futuro e, per questo,

CHIEDIAMO AL PARLAMENTO DI ADOTTARE UNA RISOLUZIONE DI PIENA ATTUAZIONE DELLA CARTA DELL’ONU ADOTTATA IL 17 DICEMBRE 2018 E L’APERTURA DI UN CONFRONTO SULLA NUOVA RIFORMA DELL’AGROALIMENTARE FONDATA SUI DIRITTI

e

CHIEDIAMO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CHE HA DIMOSTRATO IN PIÙ OCCASIONI DI AVERE LA SENSIBILITÀ CHE LO PORTA A METTERE AL CENTRO GLI INTERESSI GENERALI GARANTITI DALLA COSTITUZIONE E DAL DIRITTO DI ADOPERARSI PER FACILITARE L’APERTURA DEL DIBATTITO NEL PAESE


vedi le firme dei proponenti la petizione

firma anche tu per aggiungerti alla lista dei proponenti
(entro il 17 dicembre alle ore 18)

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