Il testo che segue traduce una semplice ed efficace sintesi sulla posizione del Coordinamento Europeo delle Organizzazioni di Via Campesina sulla PAC pubblicato dal sito http://eurovia.org e scaricabile in inglese in fondo alla pagina
(traduzione dal Colletivo Babel del CentroDoc S.A.)
Intro
La Politica Agricola Comune è lo Strumento con cui l’Unione Europea gestisce l’agricoltura. E’ stato creato nel dopoguerra per garantire la sicurezza alimentare dell’Europa, anche se da allora ci sono stati molti i cambiamenti. Oggi la PAC è alimentata con più di 30 miliardi di euro all’anno, ovvero con il 38% del bilancio dell’UE.
Quali sono gli obiettivi della PAC?
Garantire condizioni di vita giuste per le popolazioni rurali e degli agricoltori
Incrementare la produttività dell’agricoltura attraverso il progresso tecnologico
Assicurare la certezza delle forniture
Assicurare prezzi ragionevoli per i consumatori
Stabilizzare i mercati
Quale è la posizione del CEVC sulla pac?
Siamo a favore di una PAC forte che non sia solo una raccolta di sussidi, ma che metta in campo norme e strumenti per raggiungere gli obiettivi per i quali è stato creata. Più che ricevere aiuti, vogliamo guadagnarci da vivere grazie a prezzi di produzione equi.
Il cibo deve essere visto come un bene comune e non come una merce e, per questo, il cibo non deve essere subordinato alla politica commerciale. Pensiamo che l’obiettivo di aumentare la produttività agricola deve essere cambiato puntando, invece, alla sostenibilità ambientale sempre più necessaria per il modello di produzione, per la commercializzazione e il modello di consumo.
In realtà, l’attuale PAC non avvantaggia tutti gli agricoltori allo stesso modo e arriva a danneggiare i piccoli agricoltori. Questi agricoltori sono il cuore dell’agricoltura europea e sono la forza trainante per una politica agricola più equa, ecologica ed economica.
Come la Pac favorisce l’agrobusiness?
Il sostegno finanziario per gli agricoltori è assegnato secondo alle dimensioni dell’azienda. Così, più terra significa più soldi. Questi incentivi portano all’accaparramento della terra, rendendo impossibile per i giovani o i nuovi agricoltori l’accesso alla terra mentre le aziende agricole diventano sempre più grandi e più industrializzate. La PAC sta dando forma a una società liberalizzata e orientata all’agricoltura delle esportazioni.
I prodotti alimentari sono venduti sul mercato mondiale a prezzi competitivi che, in realtà, non coprono i costi di produzione che distruggono i sistemi alimentari nei paesi in cui vengono importati e rendono dipendenti gli agricoltori europei dalle sovvenzioni.
La distribuzione degli aiuti all’agricoltura è distorta a favore della filiera agroalimentare: il 2% dei beneficiari della PAC riceve circa il 30% del sostegno del primo pilastro, i beneficiari dell’80% della PAC ricevono meno del 20% del sostegno e circa il 40% degli agricoltori europei non ha accesso a questi contributi.
Perché ci riguarda tutti?
Questo fenomeno porta alla meccanizzazione delle pratiche agricole, all’istituzione di monocolture, all’uso intensivo di pesticidi e di colture OGM,
all’erosione del suolo e al crollo del numero delle aziende agricole e dei lavoratori braccianti agricoli.
Tutte queste conseguenze giocano un ruolo chiave per le lotte per il clima e per i diritti umani che la società deve affrontare oggi.
Al contrario, un sistema agricolo su piccola scala consente di affrontare le principali sfide odierne: cambiamento climatico, perdita di biodiversità e spopolamento delle zone rurali, il tutto assicurando cibo sano, fresco e locale.
Ecco perché i piccoli e gli agricoltori di medie dimensioni devono essere la base e il target della PAC.